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Politica

 La corruzione : un Male Incurabile a cura di Federica De Meo

Già dalla caduta della prima repubblica, con Tangentopoli l’Italia si trovò ad affrontare un cataclisma dal quale ancora oggi non riesce ad uscire.
Infatti si sperava che qualcosa sarebbe cambiato dopo l’avvento di Tangentopoli.
Ma nella situazione della crisi attuale ci rendiamo conto che la piaga è più grande di quello che sembra.
Il malcostume e l’ingordigia dei nostri politici ci porta oggi ad affrontare un percorso che richiederà sacrifici da parte dei cittadini.
La “Trasparency International” ci classifica al 69° posto, una posizione negativa e che aggrava la crisi del debito in Europa.
Questa situazione è dovuta anche all’incapacità dei politici di combattere la corruzione e l’evasione fiscale, considerata una delle cause principali della crisi.
Infatti giusto un anno e mezzo fa il governo Berlusconi si trovò in una serie di scandali, si paracadutò allora a varare una legge anti corruzione che venne sbandierata come la più severa mai varata a memoria d’uomo. E dopo tante affermazioni fatte da politici dello stesso governo la legge viene riposta in un cassetto.
In Italia si ha ormai l’abitudine di varare leggi e non applicarle, perché forse si ripercuotono contro agenzie o imprese gestite da politici o amici degli stessi.
Tutto questo si riflette in particolare anche sulla sanità e sull’educazione alle quali vengono sottratte risorse fondamentali che provocano di conseguenza il rallentamento della crescita economica.
Ma non solo, altri scandali avvenuti possono essere il problema dello smaltimento dei rifiuti, la vendita di immobili pubblici ecc.. , tutto ciò allora ci deve far rendere conto come anche noi cittadini abbiamo contribuito al disagio attuale.
Per costruire un futuro migliore sia per noi che per le generazioni prossime dobbiamo cercare di dare il nostro contributo per restituire all’Italia un aspetto positivo da non permettere ad altri Paesi di parlare negativamente di quella che un tempo era considerata un’Italia sognatrice.
Quindi impegnandoci faremo si che i sogni del nostro Paese si realizzino e penso che uno dei suoi sogni che vorrebbe veder realizzarsi sia il benessere del popolo.


"Italia e crisi: una cosa sola" di Stefano Pirro
                                                L’Italia è un paese in crisi, questa frase ormai viene ripetuta ogni giorno…
Mario MontiCampeggia sulle prime pagine delle testate giornalistiche nazionali, nei telegiornali di tutto il mondo, nei programmi a sfondo politico e non.
Il nove novembre è caduto il governo Berlusconi, da molto, troppo tempo l’ormai ex premier era divenuto il capro espiatorio di questa situazione di stallo economico e politico; a lui veniva imputato ogni avvenimento negativo sullo scenario italiano, a lui viene imputato di averci reso ridicoli davanti agli occhi di tutta Europa.
Dopo la caduta del capo del governo vi sono state manifestazioni di sollievo e addirittura di gioia nelle strade, gli italiani sono felici che a rappresentarli non sia più Silvio Berlusconi, che ad avviso di molti è stato la causa della rovina italiana.
Verrebbe da chiedersi, come può un solo uomo, seppur con il suo operato forse inadeguato, mettere in ginocchio un intera nazione?
Naturalmente l’Italia presenta altri tipi di problemi, non legati al governo Berlusconi, difficoltà radicate negli anni, ad esempio legate al lavoro.
Non tutti sanno che il rapporto tra lavoratori attivi e pensionati dovrebbe essere di tre a uno, mentre in Italia si è quasi raggiunto un rapporto di parità, ovvero che per ogni lavoratore vi è un pensionato.
Inutile dire che tutto ciò crea un enorme deficit nei bilanci pubblici, per sopperire a questa incombenza, è stata alzata ulteriormente l’età pensionabile, perché pagare nuovi stipendi quando si può tranquillamente continuare a lavorare fino a 65 anni?
Ora verrebbe da porre una domanda, naturalmente il governo cerca di risanare i suoi conti in questa situazione di crisi generale, ma nessuno pensa mai ai giovani?
Ogni anno migliaia di ragazzi si laureano, e dopo anni di studi e sacrifici sono costretti ad aspettare per lavorare; l’alternativa è la fuga all’estero, dove vengono concesse più possibilità ai giovani laureati rispetto al nostro paese.
Questa è sicuramente una realtà agghiacciante e demoralizzante per i giovani desiderosi di un futuro.
Da pochi giorni è stato nominato un governo tecnico guidato da Mario Monti, si spera di arrivare ad un pareggio del bilancio entro il 2013.
La preoccupante situazione italiana cambierà? Solo il tempo potrà darci una risposta.



Nell'eterna lotta tra economia e politica a farne le spese e' la democrazia  a cura di Stefano Pirro

In momenti di crisi come quello attuale, in cui il futuro di gran parte delle economie mondiali è incerto, occorrono esami di coscienza e bagni di umiltà.
Troppo spesso infatti coloro che sono considerati i guru dell'economia, si lasciano andare a previsioni finanziarie, propondendo i loro progetti personali come se fossero ricette infallibili per il successo.
L'impossibilità di fare previsioni sul futuro economico del mondo è determinata dal fatto che vi sono troppe incognite da considerare; la più grande di queste è di sicuro l'influenza reciproca tra economia e politica, senza la quale sarebbe impossibile fare qualsiasi previsione.
Prendendo ad esempio il recente vertice tra il nostro premier Monti e il presidente americano Barack H. Obama è doveroso sottolineare che alla base del successo dell'incontro vi è la paura americana per la crisi dell'euro, crisi che è determinata da un connubio tra economia e decisioni politiche.
Cambiando esempio si può prendere in considerazione il caso della Grecia, la cui crisi all'inizio poteva essere facilmente risolta, ma non fu così a causa della Germania e Francia, le quali non potevano né volevano pagare il prezzo di un errore di cui erano, anch’essi, responsabili, ovvero l'ammissione della Grecia nell'eurozona.
Oggi l'economia Greca si trova sull'orlo di un baratro, minacciando non solo le altre economie europee ma anche le istituzioni democratiche. Nell'analisi della situazione finanziaria sovente vengono trascurati i fattori politici, come se la politica fosse un ostacolo al razionale svolgimento delle cose, in quanto i fattori politici, come ad esempio le elezioni imminenti in molti paesi, impediscano ai governanti di fare ciò che è necessario. Niente di più sbagliato. La politica non è un ambito dell'agire irrazionale, semplicemente segue logiche diverse rispetto a quelle economiche. Nelle fasi di espansione esse vanno di pari passo (infatti economia florida significa consenso politico), ma in momenti di crisi esse entrano in conflitto.
Analizzando il caso dell'eurozona è possibile vedere che l'introduzione della moneta unica non ha favorito l'interazione politica, infatti le regole della democrazia e quelle dell'unione monetaria sono entrate in rotta di collisione tra loro. Gli elettori europei restano fedeli alle loro istituzioni democratiche (poiché si illudono di poter influenzare le scelte del governo).
Infine altro problema è costituito dalla questione tedesca, la Germania infatti continua a perseguire le sue mire espansionistiche, lasciando che l'Europa ne faccia le spese; questo però potrebbe portare a forti reazioni antitedesche. A farne le spese sarebbero sicuramente le democrazie europee in quanto non si può prevedere quali movimenti politici potrebbero affermarsi.
Alla fine di questa crisi potremmo uscire oltre che con un Europa economicamente a pezzi, anche con un sistema democratico compromesso profondamente.
Purtroppo non ci è dato sapere cosa succederà nel futuro, ma una cosa è certa: le istituzioni farebbero bene a dichiarare la loro limitatezza di conoscenza senza cercare di ingannare il pubblico...

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